Il dolore persistente o cronico è un sintomo molto comune nei pazienti con disturbi neurologici funzionali. Questo sito non si propone di discutere in dettaglio il dolore. Ciononostante, è importante sapere che, se stai effettivamente provando dolore cronico e al tempo stesso hai sintomi quali ad esempio la debolezza funzionale, le due cose sono probabilmente correlate.
Negli ultimi 10-20 anni abbiamo imparato molte cose sui meccanismi associati al dolore cronico. Il dolore cronico (duraturo) si distingue dal dolore acuto (improvviso) che provi ad esempio quando ti tagli un dito. Questi due tipi di dolore sono associati a meccanismi diversi nel corpo.
Il dolore cronico è spesso dovuto ad un aumento di “volume” nelle “manopole del dolore” nei circuiti del dolore del sistema nervoso. Le persone che soffrono di dolore cronico non possono semplicemente abbassare il volume delle manopole, perché il dolore è REALE.
Per questa ragione, in questi pazienti, il dolore può essere visto come causato da un problema nel funzionamento del sistema nervoso, quindi un problema di software del cervello, non di hardware. Lo stesso meccanismo è presente nei pazienti che soffrono di disturbi neurologici funzionali. Di seguito trovi dei video che possono aiutare a spiegare meglio questo concetto.
Doma la bestia – da tamethebeast.org. Questo è un altro bel video di Lorimer Moseley – un ricercatore sul dolore e medico Australiano. Il video ha lo scopo di spiegare come il dolore cronico (duraturo) si differenzia dal dolore acuto (breve).
Comprendere il dolore cronico in 5 minuti è stato prodotto da GP Access e Hunter Integrated Pain Service che lavorano nel New South Wales in Australia.
Le tipologie più comuni di dolore nelle persone con sintomi neurologici funzionali sono:
Informazioni utili sulla maggior parte di queste tipologie di dolore sono fornite dall’Arthritis and Rheumatic Council.
Di seguito è incluso un cortometraggio molto bello prodotto dalla BBC, che tratta di alcune donne che soffrono di fibromialgia. Questo film ha un solo difetto… la fibromialgia può essere reversibile e non è positivo il fatto che questa cosa non sia spiegata. Abbiamo imparato molto sulla fibromialgia, le sue cause e i suoi meccanismi di funzionamento negli ultimi anni.
Un altro aspetto che accomuna la gestione del dolore cronico e la gestione di alcuni sintomi funzionali è il fatto che può instaurarsi un circolo vizioso che aggrava il problema. Per esempio, se ti capita di cadere e sbattere la schiena, potresti avere difficoltà per un giorno o due a muoverti a causa del mal di schiena. Tuttavia, dopo un po’ di tempo, ricominciare lentamente a muoverti potrebbe essere la cosa migliore da fare. Ti farà inizialmente male, ma più ti muoverai, più il dolore lentamente se ne andrà.
Quello che talvolta succede, specialmente dopo un trauma minore, è che le persone si preoccupano del fatto che il dolore provato alla schiena sia segno di qualcosa di seriamente danneggiato o “rotto”. Comprensibilmente, con questo pensiero in mente, esse possono essere riluttanti a muoversi e potrebbero interpretare il dolore come la prova che c’è un danno, per cui la cosa migliore da fare è muoversi il meno possibile. Alla fine, questo comportamento porta, non solo ad una ridotta mobilità che peggiorerà sempre di più nel tempo, ma anche alla presenza di un dolore sempre più intenso. La figura precedente illustra questo concetto.
Se il tuo problema principale è il dolore, potresti trovare ulteriore aiuto presso una Clinica del dolore o un Programma di Gestione del Dolore, gli specialisti presenti in questi reparti possono dedicare più tempo per farti capire meglio il tuo dolore e per insegnarti strategie più efficaci per gestirlo.
Potrebbe esserti d’aiuto dare un’occhiata a ‘Scatola degli attrezzi per il dolore’, un libretto scritto da Pete Moore, il quale ha sofferto egli stesso di dolore persistente, e dal Dr. Frances Cole, un medico di medicina generale nonché specialista in Riabilitazione del Dolore che lavora nello Yorkshire, in Inghilterra.
Il libretto ed il sito descrivono 12 “strumenti” importanti per imparare a gestire e a superare il dolore cronico.
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