Download FND app Android Aapp IoS App
FND Links Feedback Donate Language
  • Italiano
Home / Příznaky / FND Symptoms / Sintomi Cognitivi Funzionali

Sintomi Cognitivi Funzionali

Che cosa sono il disturbo cognitivo funzionale/I disturbi funzionali della memoria e della concentrazione?

Il disturbo cognitivo funzionale è un disordine della memoria o della concentrazione che si manifesta quando il nostro cervello non riesce a funzionare nella maniera corretta. I sintomi cognitivi funzionali non sono causati da una malattia o da un danno cerebrale, sono causati da un disturbo nel funzionamento del nostro cervello. 

Che genere di problemi hanno le persone con disturbo cognitivo funzionale?

Alcune persone possono avere dei sintomi cognitivi funzionali lievi in concomitanza con altri problemi di salute. In altri casi, i problemi di memoria funzionali costituiscono il disturbo principale ed arrivano ad incidere sulla vita di tutti i giorni, comportando difficoltà nelle normali attività della vita quotidiana o della vita sociale. Ed è proprio in questo caso che viene usato il termine disturbo cognitivo funzionale. Questi disturbi possono spaventare chi ne è affetto, poiché possono impedire alle persone di condurre una vita normale, di lavorare e socializzare.  

Alcune persone pensano che questi disturbi siano causati da un tipo di demenza come l’Alzheimer, oppure che siano il risultato di un danno cerebrale causato da una lesione o trauma fisico. 

Decidere se i problemi di memoria presenti in una persona siano dovuti ad un danno o ad una malattia cerebrale, oppure siano parte di un disturbo cognitivo funzionale, richiede un’accurata osservazione e valutazione dei sintomi. 

Ma, anche se richiede tempo e un’accurata osservazione dei sintomi, è possibile fare una diagnosi precisa e fiduciosa di disturbo cognitivo funzionale. Avere una diagnosi precisa e definitiva può aiutare le persone a trovare modi per migliorare i propri sintomi, soprattutto se essi sono di natura funzionale. 

Le informazioni presenti in questa sezione includono tutto quello che noi sappiamo su questi disturbi e possono aiutare a farti un’idea di cosa ti stia succedendo. 

Quanto sono comuni i sintomi cognitivi funzionali?

I sintomi cognitivi funzionali sono comuni. Tuttavia, fino ad adesso, i medici li hanno descritti utilizzando una terminologia non univoca, che può generare confusione.

I sintomi cognitivi funzionalipossono manifestarsi in maniera isolata, o essere accompagnati da altri sintomi funzionali. I sintomi cognitivi funzionali sono molto frequenti in pazienti che presentano altri sintomi legati al Disturbo Neurologico Funzionale (FND). FND è il nome dato ad una condizione caratterizzata da diversi sintomi neurologici come debolezza, o blackout che sono assolutamente genuini e derivano da un disturbo nel funzionamento del sistema nervoso centrale. Questa condizione è comune in persone che soffrono di dolore cronico, come la fibromialgia e la fatica cronica. I sintomi cognitivi funzionali possono presentarsi anche in chi soffre di ansia o depressione o essere parte di queste condizioni. Maggiori informazioni riguardo a questi sintomi verranno date in seguito. 

Quali sono le cause dei sintomi cognitivi funzionali?

I sintomi cognitivi funzionali possono manifestarsi per diverse ragioni. Spesso più di una causa è presente.

Essi possono venire “fuori dal nulla”, ma possono anche essere scatenati da un evento traumatico o da un incidente. Traumi cranici lievi (spesso definiti concussioni craniche) sono un comune fattore scatenante. 

Molte delle cause scatenanti di sintomi cognitivi funzionali agiscono interferendo con un set di processi cerebrali che sono chiamati attenzione.

Nonostante la nostra capacità di immagazzinare ed imparare nuove informazioni è sconfinata, la nostra attenzione è limitata. Noi possiamo concentrarci solo su una piccola quantità di informazioni in un dato tempo. Se una persona non riesce a focalizzare la propria attenzione su nuove informazioni, non potrà essere in grado di impararle e ricordarle. 

Qual’è la differenza tra disturbo cognitivo funzionale, demenza e il cosiddetto “mild cognitive impairment”?

Nonostante i sintomi del disturbo cognitivo funzionale e la demenza possano sembrare simili, vi sono cause differenti alla base. Nella demenza, i problemi di memoria sono il risultato di un danno progressivo alle aree cerebrali coinvolte nei processi mnesici causato da una patologia degenerativa. I sintomi cognitivi funzionali, d’altra parte, si sviluppano da alterazioni nel funzionamento del cervello, e non da danni o patologie degenerative. 

Danno cognitivo lieve (mild cognitive impairment o MCI in inglese) è un termine che è solitamente utilizzato dai medici per descrivere pazienti che presentano problemi cognitivi non abbastanza gravi da giustificare una diagnosi di demenza, ma che hanno un rischio più elevato di sviluppare demenza nel tempo. Tuttavia, è importante ricordare che MCI è un termine che viene usato solo per descrivere una serie di sintomi e difficoltà cognitive, non è una diagnosi vera e propria. 

È importante anche sapere che ad alcune persone, le quali presentano disturbi cognitivi funzionali e hanno difficoltà nell’esecuzione di test di memoria, viene spesso detto che soffrono di “Mild Cognitive Impairment”. Ma, pazienti che presentano chiari sintomi cognitivi funzionali hanno una minore probabilità di sviluppare demenza nel futuro che persone che sono state diagnosticate con “mild cognitive impairment”. 

È molto importante che i sintomi cognitivi funzionali siano identificati come tali. Questo è importante per fare in modo che la persona abbia informazioni accurate sul rischio che ha di sviluppare demenza nel futuro, e anche perchè esistono trattamenti specifici che possono aiutare a migliorare i sintomi.

Me lo sto immaginando?

I sintomi cognitivi funzionali sono reali. Non sono finti, o immaginati, o “solo nella tua mente”. 

In alcune persone l’ansia o la depressione sono fattori importanti che possono contribuire allo sviluppo di questi sintomi. In persone che non sono generalmente ansiose o depresse, pensieri e preoccupazioni riguardo la presenza di questi sintomi li può aggravare e può renderli più difficili da trattare. La maggior parte delle persone con sintomi cognitivi funzionali non sono depresse o ansiose, ma è importante riconoscere sintomi di depressione o ansia quando presenti nella persona, poiché trattare questi sintomi può portare un miglioramento anche nei sintomi cognitivi funzionali. 

Hai fiducia nella diagnosi?

È essenziale che il paziente sia convinto di avere ricevuto la diagnosi corretta. Se questo non è il caso sarà molto difficile mettere in pratica le strategie di auto-aiuto che verranno descritte di seguito. 

Se non sei convinto di avere un disturbo cognitivo funzionale è importante che tu capisca su quali basi è stata formulata la tua diagnosi. Solitamente una diagnosi di disturbo funzionale viene fatta quando i sintomi sono in conformità con quelli comunemente associati a questo disturbo. Non devi avere un livello di stress elevato per soffrire di disturbo cognitivo funzionale. È possibile che i dubbi sulla diagnosi siano derivati dal fatto che il medico abbia suggerito che i sintomi siano dovuti allo stress? Se questo è il caso, allora ci potrebbe essere stata un’incomprensione tra il paziente e il medico. Siamo consapevoli che in molti pazienti i sintomi sono dovuti allo stress, ma non è sempre questo il caso. Quindi, il fatto che tu sia stato stressato nell’ultimo periodo non è pertinente alla diagnosi di disturbo neurologico funzionale. 

Se lo ritieni necessario potrebbe essere utile andare a parlare con il medico che ha formulato la diagnosi. Comprendi le ragioni per cui hanno fatto questa diagnosi e scopri se questo ti aiuta ad avere più fiducia nella diagnosi che ti è stata formulata.

Strategie di auto-aiuto

Fare liste e usare sveglie e promemoria può aiutarti in situazioni specifiche. Ma è importante che tu non diventi dipendente da questi aiuti esterni, è sempre meglio provare a usare le proprie capacità mnemoniche nel modo più naturale possibile. In alcuni casi, l’uso di liste e promemoria può impegnare così tanto la tua attenzione da portare ad un peggioramento dei sintomi. Potresti necessitare di aiuto per riuscire a usare meno liste e aiuti esterni e diventare più sicuro di te nell’usare la tua memoria. 

Altri trattamenti

Anche se alcune persone traggono molti benefici dalle strategie di auto-aiuto elencate in precedenza, siamo consapevoli che può essere difficile fare progressi da soli senza nessuno che ti guidi. Al momento non abbiamo molti studi scientifici che dimostrino quale sia il tipo di trattamento più efficace per i sintomi cognitivi funzionali. Sappiamo che la Terapia Cognitivo Comportamentale (Cognitive Behavioural Therapy o CBT) può aiutare persone che vivono con altri tipi di sintomi funzionali fisici persistenti, come il dolore e la fatica, a migliorare notevolmente. 

È possibile che questo tipo di terapia possa aiutare anche le persone con disturbi cognitivi funzionali, ma c’è ancora tanto da imparare a riguardo.

Se non riesci a migliorare usando strategie di auto-aiuto non è colpa tua, e questo non vuol dire che non avrai mai la possibilità di migliorare. Ci sono diversi centri di neurologia e neuropsichiatria che possono indirizzarti verso centri specializzati in CBT. Chiedi al medico che ti segue quali altri trattamenti potrebbero aiutare nel tuo caso specifico.

Guardare al quadro generale

In alcune persone i disturbi cognitivi funzionali sono parte di un quadro più generale di cattiva salute. Alcune persone che presentano disturbi cognitivi funzionali esibisco anche altri sintomi associati ad altri disturbi neurologici funzionali (FND). FND sono disturbi comuni, che sono il risultato di un anomalo funzionamento del sistema nervoso piuttosto che causati da un danno fisico ai neuroni (un problema di software invece che di hardware). 

Alcune persone che presentano sintomi cognitivi funzionali soffrono anche di disturbo d’ansia, depressione o disturbo da stress post-traumatico. In alcuni casi l’ansia e la depressione sono una conseguenza stessa del disturbo funzionale. 

I sintomi cognitivi funzionali sono anche comuni in persone che soffrono di disturbi di dolore cronico come la fibromialgia e la sindrome dolorosa regionale complessa. 

I sintomi cognitivi funzionali sono comuni anche in persone che soffrono di “sindrome post-concussiva” sviluppatasi dopo una ferita alla testa. In queste persone i sintomi funzionali sono accompagnati anche da: mal di testa, vertigini, sensibilità alla luce e ai suoni. 

E’ importante ricordare che molte persone che presentano sintomi cognitivi funzionali non presentano altri problemi di salute. Quindi non sentirti scoraggiato se le informazioni contenute in quest’ultima sezione non sembrano riguardarti. Ma, se invece, ti rivedi in alcuni di questi esempi, sarebbe utile andare a parlare con un professionista specializzato in questi disturbi, come per esempio con uno psicologo clinico, un neurologo, o uno psichiatra; egli potrà aiutarti a mettere insieme i vari tasselli e fare chiarezza sui tuoi sintomi.

La storia di Josh

Josh ha 28 anni e lavora come assistente all’insegnamento in una scuola per bambini con bisogni particolari. Mentre era a lavoro è stato accidentalmente colpito alla testa da un tavolo. Non ha perso i sensi, ma si è sentito stordito per diversi minuti dopo il colpo. 

Nei giorni successivi si è accorto di avere mal di testa, vertigini e problemi a concentrarsi. Aveva sviluppato una sensibilità alle luci forti e si sentiva estremamente stanco. Ha deciso di rimanere a casa da lavoro per un periodo di tempo per riposare. Nelle settimane successive, le vertigini sono sparite, i mal di testa si sono ridotti e lui è potuto rientrare a lavoro. 

Una volta rientrato a lavoro ha notato che continuava ad avere problemi di memoria e concentrazione. Ha sempre avuto un’ottima memoria ma, a meno che lui non scrivesse tutto su una lista, si è reso conto di continuare a dimenticarsi le cose da fare. Spesso, dopo aver parlato con un collega, si rendeva conto di non ricordare più la maggior parte dei dettagli della conversazione. Aveva anche iniziato a chiamare i bambini della sua classe, che conosceva da tempo, con nomi sbagliati. Si sentiva come se avesse il cervello annebbiato, come se non fosse se stesso. La sua capacità di ragionamento era rallentata e qualsiasi compito veniva percepito da lui come un sforzo. 

Si era anche reso conto con il tempo che i sintomi peggioravano notevolmente nei giorni successivi a notti in cui aveva dormito male, oppure a giorni in cui aveva avuto mal di testa; ma, anche nei giorni in cui i sintomi erano più lievi, non si sentiva mai completamente bene. Ogni giorno, una volta tornato a casa, si sentiva esausto. Si sentiva molto frustrato da tutti questi problemi ed era preoccupato di aver danneggiato il suo cervello nell’incidente con il tavolo. Il suo medico gli aveva detto che i sintomi potevano essere dovuti allo stress o alla depressione, ma a Josh piaceva il suo lavoro e non si sentiva particolarmente stressato al momento. 

Durante una visita con un neurologo a Josh è stato spiegato che i sintomi che presentava erano tipici del disturbo cognitivo funzionale. Lui è rimasto sorpreso da questa diagnosi poiché era convinto che i suoi sintomi fossero dovuti ad un danno al cervello e che non sarebbero mai migliorati. Il neurologo gli ha spiegato che il dolore e i problemi a dormire hanno interferito con la capacità del suo cervello di concentrarsi. Lui ha trovato molto utili i consigli che gli sono stati dati dal neurologo su come migliorare la sua qualità del sonno. In più, lui e il neurologo hanno constatato insieme che Josh tendeva a fare molte cose nei giorni in cui si sentiva meglio, e ciò lo portava ad essere esausto nei giorni successivi. Josh ha concordato con la scuola una riduzione di ore e responsabilità così da poter aumentare gradualmente il suo livello base di attività. Nel tempo i livelli di energia di Josh sono aumentati e fare attività ha iniziato a sembrare sempre più semplice. Continua ogni tanto a chiamare i bambini con il nome sbagliato, ma ha notato che tutti i suoi colleghi lo fanno e quindi non si sente più imbarazzato o preoccupato quando succede a lui. 

La storia di Jean

Jean è una donna 63 anni. Gli ultimi anni sono stati difficili per lei perché ha dovuto prendersi cura di sua madre che è morta da  6 mesi mentre soffriva di Alzheimer. 

Circa 3 mesi fa si è accorta che c’era qualcosa che non andava, stava usando il bancomat e non si ricordava più il PIN; una cosa che non le era mai successa. 

Ha poi iniziato ad addormentarsi durante le conversazioni e, più di una volta, non è riuscita a ricordare cose che suo marito le aveva già detto in precedenza. Ha iniziato ad usare frequentemente liste, promemoria e sveglie nel telefono, in quanto lei era convinta che se non avesse fatto ciò si sarebbe sicuramente dimenticata di andare a qualche appuntamento. 

Jean si è anche resa conto che giornalmente, ogni volta che entrava in una stanza della casa, si dimenticava cosa era andata a prendere o a fare lì. Anche se Jean non si era mai persa fuori da casa, era molto preoccupata che questo potesse accadere. Quando ha confidato questa sua paura a suo marito lui le ha detto che avrebbe guidato solo lui e che, d’ora in poi, sarebbero usciti sempre insieme di casa. 

Dopo essersi scordata una pentola d’acqua bollente sul fuoco, Jean ha smesso di cucinare e ora compra solo cibi da scaldare al microonde per paura che possa succedere ancora. Poichè i suoi sintomi erano cosí vari, Jean era convinta di avere i primi segni di Alzheimer. Jean aveva anche problemi a dormire e passava la notte rimuginando e preoccupandosi delle cose che avrebbe dovuto fare il giorno dopo e di come la sua famiglia sarebbe riuscita ad andare avanti una volta che i suoi sintomi sarebbero peggiorati. 

Jean è andata dal suo medico ma non ha confidato alla sua famiglia che pensava di soffrire di demenza poiché non voleva che loro si preoccupassero. Ha trovato molto stressante quando il medico le ha chiesto di fare dei test di memoria. Il suo medico l’ha poi mandata a fare accertamenti in una clinica specializzata in disturbi di memoria, dove lo psichiatra le ha detto che lei non soffriva di demenza. Quest’affermazione non ha rassicurato Jean, che era convinta di avere un problema grave di memoria. 

Ma, durante un secondo appuntamento con lo psichiatra, Jean ha iniziato a notare che c’erano dei momenti in cui la sua memoria funzionava molto bene. Ha anche iniziato a rendersi conto che, nei momenti in cui la sua mente iniziava a vagare e a rimuginare, lei perdeva la concentrazione e non riusciva a conservare le informazioni che le venivano date. Ha deciso di smettere di usare liste e promemoria, ha fatto qualche errore nella spesa, ma non cosí tanti come si sarebbe aspettata. Jean ha iniziato di nuovo ad uscire e vedere i suoi amici e ha smesso di fare piani pensando solo allo scenario peggiore; anche se a volte è ancora preoccupata di poter sviluppare demenza nel futuro. 

Altre informazioni utili

www.headinjurysymptoms.org
I sintomi cognitivi funzionali spesso hanno inizio dopo una ferita o una botta alla testa. Questo sito (in inglese) contiene informazioni e consigli riguardo a come gestire i sintomi che si sviluppano dopo una ferita alla testa. 

www.good-thinking.uk

Un sito approvato dal sistema sanitario nazionale inglese (National health system o NHS), che contiene informazioni utili su argomenti come il benessere del sonno, lo stress, l’ansia e l’umore basso. 

Per una review scientifica pubblicata sui Disturbi Cognitivi Funzionali puoi cliccare qui:

McWhirter L, Ritchie C, Stone J, Carson A (2020) Functional cognitive disorders: a systematic review. The Lancet Psychiatry 7:191–207.

Data: 25 Giugno 2020

Autori

Amnesie dissociative (periodi di perdita di memoria più lunghi)

Alcuni pazienti con sintomi neurologici funzionali riferiscono di avere intensi e duraturi periodi di amnesia, che per esempio possono durare un intero pomeriggio o un intero viaggio in macchina. Questo tipo di sintomi è particolarmente presente nelle persone che soffrono di crisi epilettiche funzionali che spesso non ricordano i sintomi presenti nei momenti precedenti all’attacco. 

Quando una quantità di tempo così significativa viene persa, la diagnosi più probabile è quella di amnesia dissociativa. Clicca sulla sezione che riguarda i sintomi dissociativi per avere più informazioni riguardo a cosa intendiamo per dissociazione

Nell’amnesia dissociativa la persona non è in grado di ricordarsi nulla di ciò che è successo in un arco di tempo poiché: