E’ normale, quando hai un problema, chiederti “Perché è successo?”
Ma è importante, quando si ha a che fare con i sintomi funzionali, non confondere la domanda “Perché è successo questo?” con la domanda “Cosa non ha funzionato nel mio corpo per causare i sintomi?”
Queste sono due domande diverse che richiedono due risposte differenti.
Affrontiamo per prima la seconda domanda – “Cosa non ha funzionato nel mio corpo per causare questi sintomi?” o “Come è stato possibile che siano comparsi questi sintomi?”
Per tutti i sintomi funzionali descritti su questo sito, la risposta di base a questa domanda è che c’è un problema nel funzionamento del sistema nervoso.
Per sintomi come debolezza e disordini del movimento, c’è un problema nel modo in cui il cervello sta mandando messaggi al corpo.
Per sintomi come intorpidimento e dolore, c’è un problema nel modo in cui il cervello sta ricevendo messaggi dal corpo.
Durante le crisi epilettiche funzionali o nei sintomi dissociativi, il cervello è in uno stato di trance, paragonabile all’ipnosi.
Stiamo iniziando solo ora a comprendere il complesso meccanismo di malfunzionamento del sistema nervoso che è presente nei pazienti con FND, e in disordini ad esso correlati, come il dolore cronico.
Gli esami di neuroimaging funzionale del cervello mostrano quali parti del cervello sono attive o inattive quando i pazienti hanno FND.
Di seguito vengono illustrati alcuni studi scientifici effettuati per approfondire questi aspetti.
In questo studio quattro persone con sintomi di intorpidimento e debolezza in un lato del corpo causato da FND sono state scannerizzate attraverso una macchina chiamata SPECT, che misura l’andamento del sangue nel cervello.
Questi pazienti sono stati scannerizzati in un primo momento quando i sintomi erano presenti, e di nuovo una volta che i sintomi erano migliorati.
E’ importante riconoscere che questo esame si focalizza sull’analizzare la FUNZIONE del cervello e non la STRUTTURA – come farebbe una normale risonanza magnetica.
Le immagini raccolte durante questo esame hanno mostrato che, nel momento in cui i sintomi erano presenti, una parte del cervello chiamata talamo non funzionava molto bene. Puoi vedere questi risultati evidenziati in giallo nell’immagine sottostante. Se avessi un ictus avresti intorpidimento nella parte opposta del corpo rispetto al lato in cui si è verificato il danno.
Il miglioramento dei sintomi ha portato anche ad un miglioramento dell’attivazione cerebrale che si è potuta osservare tramite gli scan fatti.
Un altro importante studio su pazienti FND ha analizzato, attraverso la risonanza magnetica funzionale, l’attività cerebrale di otto pazienti con tremore funzionale. Tale strumento si focalizza sull’osservare la funzione e non la struttura del cervello.
In questo studio i ricercatori, guidati dai professori Valerie Voon e Mark Hallett, hanno paragonato l’attività cerebrale in presenza di tremore funzionale con l’attività cerebrale rilevata mentre ai soggetti veniva chiesto di simulare il tremore deliberatamente. Sono state paragonate le risonanze per osservare le differenze nell’attivazione cerebrale.
I risultati di questo studio sono davvero interessanti in quanto hanno evidenziato che, quando il tremore funzionale era presente, un’area del cervello chiamata corteccia temporoparietale destra era inattiva. Quest’area è un “nodo” importante nel network cerebrale che ci aiuta a sapere che siamo noi in controllo delle nostre azioni. Questo network è chiamato “self-agency”, e non funziona molto bene negli FND. Il coinvolgimento di questo network spiegherebbe perché a persone esterne sembra che i pazienti stiano compiendo questi movimenti in modo volontario, ma in realtà l’esperienza che riportano i pazienti di non essere in controllo dei propri movimenti è vera, tutto ciò che gli sta accadendo è fuori dal loro controllo.
Potresti aver già sentito parlare della Sindrome dell’Arto Fantasma o del Dolore dell’Arto Fantasma. Questa sindrome è presente in pazienti ai quali è stato amputato un arto ma che continuano a percepirlo come se fosse ancora presente. Studi sulla Sindrome dell’Arto Fantasma hanno dimostrato che questa sindrome è quasi certamente causata da un malfunzionamento nella “mappa” dell’arto presente nel cervello.
La mappa del tuo corpo tende a modificarsi quando si presentano nuove informazioni. In questo modo, se perdi la gamba sinistra il tuo cervello dovrebbe registrare ciò come un – “Aggiornamento! – non c’è più la gamba sinistra”. Nella Sindrome dell’Arto Fantasma questo processo di aggiornamento si inceppa. I neuroscienziati pensano che il cervello abbia dei pregiudizi davvero molto forti riguardo al fatto che la gamba è lì. Questi pregiudizi sono così forti, e sono presenti ormai da tanti anni in quella persona, che anche l’assenza della gamba non ferma il fatto che il cervello sia convinto che essa sia lì. E se il cervello è convinto che la gamba sia presente, allora quella persona sentirà che è così!
Riteniamo che nei disturbi neurologici funzionali potrebbe avvenire un meccanismo simile. Ma anziché essere fortemente convinto che la gamba SIA lì, per svariate ragioni il cervello sviluppa l’idea che la gamba NON sia lì.
Di nuovo, il problema è che, anche se il cervello sta ricevendo i messaggi che la gamba è presente, l’idea che questa NON CI SIA è troppo forte. Il cervello non si aggiorna, proprio come nella Sindrome dell’Arto Fantasma, e così l’esperienza che la persona ha è basata su questa idea errata invece che sulle sensazioni vere e proprie che arrivano al cervello.
Perché un cervello dovrebbe essere convinto che un arto NON sia lì? Per svariate ragioni, eccone elencate alcune:
Nel caso del dolore cronico sappiamo che molti cambiamenti che avvengono nel sistema nervoso non possono essere visti con scannerizzazioni normali. Questi cambiamenti avvengono alle terminazioni dei nervi, nel midollo spinale e soprattutto nel cervello.
Ci sono una serie di processi nel sistema nervoso che si comportano come piccole manopole del volume. Quando qualcuno soffre di dolore cronico queste manopole sono girate, aumentando la sensibilità al dolore.
E’ presente nella sezione “media” di questo sito una selezione di video che spiegano il dolore cronico e le neuroscienze.
Al momento tutte le tecniche che sono in grado di mostrare questo malfunzionamento sono impiegate soltanto in studi di ricerca. Non siamo ancora al punto di utilizzare una risonanza funzionale per diagnosticare o “provare” la presenza di FND.
E’ comprensibile il perché persone con FND vorrebbero avere delle prove che dimostrino chiaramente che c’è qualcosa che non funziona. Potrebbe aiutare a ridurre lo stigma sociale o convincere le persone che non credono che c’è qualcosa che DAVVERO sta accadendo a loro.
Ma i neurologi, quando visitano pazienti con FND, non hanno bisogno di una risonanza per credere a ciò che questi gli dicono. Molti altri pazienti con altri disordini presentano scan che sono totalmente nella norma.
Ci sono ancora moltissime cose che non sappiamo riguardo a cosa vada storto nel sistema nervoso per causare FND, ma non tutto è un completo mistero.
In molti disordini neurologici si può vedere chiaramente quale sia il problema, o tramite uno scan, come per esempio nella sclerosi multipla, o tramite un microscopio, come nella malattia di Parkinson.
I pazienti con FND non presentano danni al loro sistema nervoso, per questo non sorprende che i loro scan siano completamente normali e non mostrino segni di qualcosa che non vada. Il problema, invece, riguarda proprio il funzionamento del sistema nervoso.
Se fossimo dei computer sarebbe come avere un problema di software piuttosto che uno di hardware. Se hai un bug al software sul tuo computer, esso potrebbe continuare a bloccarsi o lavorare molto lentamente. Non riusciremmo a risolvere il problema semplicemente aprendo il computer e guardando i suoi componenti. Non noteresti nulla di strano se guardassi il computer ai raggi-X.
Il problema si potrebbe risolvere riprogrammando il computer e cercando di capire qual’era il programma che causava il problema.
Gli esseri umani sono chiaramente più complicati dei computer. I nostri pensieri, comportamenti, sensazioni ed emozioni sono i nostri programmi.
Questo ci porta alla sezione successiva, “Perché è successo?“, che descrive ciò che potrebbe rendere una persona vulnerabile allo sviluppare sintomi funzionali.
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