FND è un acronimo che in inglese sta a significare Functional Neurological Disorders (Disturbi Neurologici Funzionali). È usato per definire un problema nel funzionamento del sistema nervoso, un problema di software invece che un problema di hardware del cervello. Recentemente, però, alcuni studi hanno dimostrato che i pazienti che soffrono di FND possono presentare anche cambiamenti alla struttura del cervello. È questo possibile? E in caso lo fosse, come cambierebbe il modo in cui noi pensiamo e classifichiamo FND?
Sono stati condotti diversi studi che hanno esplorato la presenza di differenze nella struttura cerebrale tra pazienti affetti da FND e gruppi di controllo. Uno studio in particolare, condotto da Carine Maurer e colleghi, negli Stati Uniti, ha messo a confronto risonanze al cervello di 48 pazienti con disturbi del movimento associati a FND e 55 risonanze di persone senza alcun disturbo (1).
Questi ricercatori hanno notato che alcune aree nella sostanza grigia del cervello erano più piccole nei pazienti rispetto che nel gruppo di controllo. Tra queste si identificano aree importanti per il movimento e le sensazioni, per l’esperienza di emozioni e per il controllo della risposta “lotta o fuggi”.
Altri studi hanno però riportato risultati diversi. Di seguito potrai trovare un articolo scientifico scritto da Jon Stone, David Perez e Indrit Begue che riassume tutte queste diverse scoperte(2) (Bègue I, Adams C, Stone J, Perez DL. Structural alterations in functional neurological disorder and related conditions: a software and hardware problem? NeuroImage Clin 2019; 22: 101798). Non è stato possibile per gli autori identificare un chiaro pattern nei risultati ottenuti da tutti questi studi riguardo a possibili alterazioni strutturali nel cervello, ma ciò che è emerso è che sono presenti differenze a livello di gruppo tra i pazienti affetti da FND e persone sane.
Le anomalia strutturali descritte in precedenza sono tutte molto sottili e sono presenti a livello del gruppo, per questa ragione per riuscire a notarle è necessario combinare insieme le immagini di tanti pazienti diversi. Inoltre, l’approccio usato per indagare la presenza di questi cambiamenti utilizza metodi che non sono stati sviluppati per essere usati nell’ambito clinico; in più, non è chiaro quale sia la rilevanza clinica di questi risultati. A questo si deve aggiungere il fatto che queste anomalie non sono rilevabili negli scan dei singoli individui, che, nel caso di persone affette da FND, risultano completamente normali, a parte nei pazienti che presentano una concomitante malattia neurologica o che presentano un’anomalia cerebrale accessoria (queste sono piuttosto comuni e sono presenti in circa 1 ogni 6 persone) (3).
Questo non è chiaro. Una possibilità è che persone affette da FND siano nate con strutture cerebrali differenti che le rendono più suscettibili a sviluppare questo disturbo.
Il cervello di ogni persona cambia costantemente, si dilata e si contrae per tutta la vita. È un po’ come un muscolo che aumenta e diminuisce di massa a seconda dell’uso che ne fai. Anche nel cervello, se tendi ad usarne più una parte questa si svilupperà di più, e se tu la trascuri, si ridurrà. Un esempio di questo si può vedere nei Tassisti di Londra, che, poiché hanno dovuto imparare a memoria tutte le strade di Londra, hanno un’area del cervello legata alla navigazione spaziale più sviluppata rispetto alla popolazione generale (4).
È importante anche tenere in considerazione che nella maggior parte delle persone che soffrono di disturbi psichiatrici come la depressione, ansia o il disturbo da stress post-traumatico, sono state trovate alterazioni a livello della struttura cerebrale. Queste anomalie sono molto simili a quelle riportate negli studi sui pazienti funzionali.
Questi cambiamenti all’”hardware” strutturale possono essere la causa della vulnerabilità di questi pazienti a frequenti problemi nel “software”. Questa relazione è anche supportata dal fatto che queste alterazioni sono presenti in aree della corteccia e limbiche che sono in collegamento con network sensomotori.
Un’altra possibilità è che le persone affette da FND sviluppano anomalie nella struttura del cervello come conseguenza del disturbo stesso, invece che a causa del disturbo. Questo è un pattern che è spesso presente in altre malattie neurologiche.
In conclusione, i più recenti studi sembrano sottolineare che la risposta a questa domanda sia da qualche parte nel mezzo. Ci sono certamente vulnerabilità strutturali che portano ad una maggior probabilità di sviluppare il disturbo, ma è anche probabile che il disturbo stesso porti ad alterazioni strutturali nel cervello.
Il disturbo neurologico funzionale ha una storia lunga piena di difficoltà e pregiudizi. Per molto tempo è stato classificato come un disturbo di origine puramente psicologica. Negli ultimi 20 anni gli scienziati hanno scoperto alcuni dei modi in cui i sintomi funzionali si sviluppano nel cervello, molti progressi sono stati fatti in generale, ma siamo ancora lontani da avere un modello definitivo che sia in grado di spiegare questi disturbi.
Tutti questi nuovi risultati e scoperte hanno cambiato i preconcetti su quali sono le caratteristiche che definiscono un disturbo neurologico o psichiatrico. A quanto pare questa divisione non è reale e tutti questi disturbi coinvolgono e hanno origine nel cervello.
Il nome Disturbo Neurologico Funzionale viene usato per descrivere un disturbo nel quale c’è un problema nel funzionamento del sistema nervoso. Il nome deriva, in larga parte, da come il disturbo viene diagnosticato. Per esempio:
Tutte queste comuni caratteristiche cliniche chiaramente dimostrano che il problema al funzionamento del cervello è molto più importante e evidente di un problema molto più sottile alla struttura del sistema nervoso. Se il problema fosse strutturale allora non vedremmo un miglioramento transitorio nella debolezza, il tremore non si fermerebbe temporaneamente, e il cammino non migliorerebbe da solo.
Da un punto di vista pratico, capire cosa vogliono dire queste caratteristiche cliniche può aiutare persone con FND a capire che è possibile recuperare la funzione, che la loro situazione e i sintomi che presentano sono potenzialmente reversibili.
Fisioterapia e Psicoterapia specifiche per FND aiutano le persone a comprendere appieno questi problemi e, basandosi sulle informazioni apprese durante la terapia, sviluppare trattamenti mirati a “rieducare” il cervello.
Durante la fisioterapia, se il fisioterapista nota che il cammino del paziente migliora quand’egli cammina velocemente, sfrutterà questa abilità per far riacquistare al paziente un normale pattern di cammino. Durante la psicoterapia, essere consapevoli di quanto strano possa essere il cervello, e come il fatto di focalizzare l’attenzione su un movimento e ancora di più l’essere frustrato o preoccupato, possa portare ad un peggioramento in esso, può aiutare nel trattamento.
Alcune persone che soffrono di FND non riescono a migliorare, anche se sono molto consapevoli del loro problema e sono molto motivati a cambiare. In questi casi è possibile che le alterazioni strutturali che sono state identificate o i cambiamenti nel funzionamento del cervello sono troppo significativi e non possono essere superati. Ma non siamo ancora sicuri che questa sia la ragione.
La maggior parte dei pazienti con FND sono stati convinti, ad un certo punto della loro malattia, che i loro sintomi sono causati da un danno strutturale al cervello.
Capire come i sintomi possano migliorare temporaneamente e come le tecniche di riabilitazione si basino su questi miglioramenti temporanei per arrivare gradualmente a miglioramenti sempre più duraturi, è una parte fondamentale del trattamento. Queste nuove tecniche di riabilitazione hanno portato a risultati promettenti in diversi studi clinici.
Ad un certo punto è possibile che sia necessario includere una parte in cui vengono spiegate queste anomalie strutturali nel modo in cui viene spiegato FND e nei nostri modelli teorici. Ma al momento, semplicemente, non abbiamo abbastanza dati che ci permettano di usare queste informazioni in modo clinicamente utile.
Se le alterazioni strutturali fossero presenti da prima che i sintomi si manifestassero, allora questi cambiamenti sarebbero realmente importanti, ma non siamo ancora sicuri se queste anomalie rappresentino un ostacolo al miglioramento dei sintomi.
Se invece le alterazioni strutturali sono causate dal disturbo stesso, allora dobbiamo far in modo che i pazienti comprendano come FND ha cambiato il loro cervello, e che il trattamento può potenzialmente far tornare il cervello come prima.
Bibliografia
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